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Corydoras pygmaeus: preziose miniature dall'Amazzonia

Corydoras pygmaeus: Amazzonia in miniatura.

Una specie gregaria che ha poche esigenze, una presenza discreta e quasi invisibile per dare un tocco esotico e di classe a piccoli acquari. Scopriamo insieme come allevare e riprodurre il Corydoras più piccolo che esiste.

Bellissimo e buffissimo è il Corydoras più piccolo di tutti (le femmine difficilmente raggiungono i 3 cme i maschi raramente superano i 2).

Originario del Rio Madeira è ormai presente da molti anni nelle vasche degli appassionati.

Pesce robusto, si adatta benissimo a piccoli acquari (anche una decina di L) e non ha particolari esigenze riguardo le caratteristiche fisico/chimiche dell’acqua, sebbene valori medi di pH e durezza sono preferibili (pH 7 – KH 5); molto adattabili anche in fatto di temperatura, prediligono però quelle comprese fra i 20C° e i 25C°.

Potrebbe però patire le vasche di comunità dove subirebbe una eccessiva pressione a livello di competizione alimentare: in sintesi non riuscirebbe a trovare sufficiente nutrimento a causa di coinquilini più grandi e veloci nel mangiare.

15 L....... Il micromondo in cui ho allevato e riprodotto con successo i Pigmy. Si noti la calza sulle griglie di aspirazione a protezione dei più piccoli

Al contrario di altri appartenenti al genere, i Pigmy nuotano spesso a mezz’acqua, cioè non sono spiccatamente bentonici.

Il fondo soffice costituito da sabbia finissima

( – https://ziopesce.blog/sistema-sabbia-new-age-aquarium/ )

è però prerogativa indiscutibile per il loro benessere così come l’essere allevato in gruppo (non meno di 7/10 esemplari) con una particolare attenzione all’alimentazione che deve essere abbondante, minuta e variata: naupli di artemia, enchitrei, chironomus, o altri organismi finemente tagliuzzati, non dovrebbero mai mancare dalla loro dieta. Accanto a cibi quali pastiglie per pulitori o mangime in granuli, non dovremmo dimenticare cibi liofilizzati e sbriciolati: artemia e chironomus possono essere un valido supporto alla loro alimentazione, sebbene uova di aragosta surgelate o naupli d’artemia liofilizzati siano ottimi stimolatori alla riproduzione: attenzione però al possibile inquinamento!

Nella foto un giovane maschietto

Come tutti gli altri appartenente al genere devono essere nutriti abbondantemente il che porta ad un rapido accumulo di sostanze di scarto; è pertanto vivamente consigliabile un cambio parziale del 30% ogni due settimane, in concomitanza del quale, se nutriti a dovere, avviene sovente anche la deposizione delle uova, i cui meccanismi andremo a scoprire nelle righe seguenti.

Un altro giovane maschietto

La riproduzione alla portata di tutti

La riproduzione non è difficile: occorre una femmina (generalmente più grossa), qualche maschio pimpante e un’abbondante alimentazione proteica (ideale naupli di artemia); per quanto mi riguarda la distinzione dei sessi non è cosa semplice: in genere le femmine sono più lunghe e con corporatura sensibilmente tondeggiante; non ho avuto modo di osservare ulteriori caratteri distintivi, anche per via delle ridotte dimensioni degli adulti.

I valori biochimici dell’acqua pare non siano determinanti: si sono anche riprodotti in un 15 L (monospecifico in cui allevavo una decina di esemplari) con acqua di rubinetto (Milano kh7/8 pH7,7) che non cambiavo da oltre un mese ma dove somministravo razioni pantagrueliche di naupli di artemia liofilizzati (chissà gli NO3!!!!!!).

Con uno stratagemma (una calza da donna) avevo ricoperto le griglie di aspirazione del filtro per evitare che risucchiassero il cibo ed eventuali piccoli che avrei inserito in seguito.

Con le altre specie di Corydoras che ho riprodotto, dopo 2/4 settimane in cui mettevo i pesci  letteralmente all’ingrasso con conseguente deterioramento dell’acqua a causa del carico organico, effettuavo per stimolare la deposizione un cambio del 90% con acqua di osmosi fresca, per simulare la stagione delle piogge, e taaaaaaaaac immancabilmente i baffuti rilasciavano il loro prezioso carico di ovette 😊.

Un uovo ingrandito: è appena pù grande di 1 mm
3/4 giorni e le uova si schiudono

Come detto pare che questo trucco con i Pygmaesu non sia necessario, sebbene consigliabile.

Il fattore determinante per la loro riproduzione, come per gli altri Corydoras, è prima di tutto una alimentazione abbondante ed iperproteica.

L’accoppiamento rispecchia il comportamento degli altri appartenenti al genere; quando stimolati i pesci nuotano febbrilmente lungo tutta la vasca, con i maschi letteralmente impazziti e alla costante caccia di una femmina: una volta bloccata con la classica posizione a T (in cui il maschio con le pinne pettorali trattiene il muso della compagna), avviene l’emissione dei prodotti sessuali; le femmine normalmente depongono un solo uovo poco maggiore di un mm di diametro (più raramente le uova espulse ad ogni accoppiamento sono 2) che viene trattenuto  tra le pinne ventrali per poi essere appiccicato ad un substrato costituito da superfici lisce e in corrente, siano esse lamine di foglie o vetri.

4mm scarsi di lunghezza
Baffoni e pettorali li aiuteranno nella ricerca di cibo
Buffissime e piccolissime creature i Pygmi neonati

Corydoras pygmaeus neonati. Fra tre giorni riassorbito il sacco vitellino si nutriranno di naupli di artemia. La loro crescita se ben alimentati è molto rapida

Non sono molto prolifici e una cinquantina di uova per femmina sono quasi una rarità.

Sebbene sia possibile che alcuni piccoli si sviluppino anche in presenza degli adulti, per avere una riproduzione razionale è consigliabile raccogliere le uova (recidendo le foglie sui cui sono state deposte o staccandole delicatamente con una lametta dal vetro –  vedi link su raccolta della uova di Corydoras elegans:

https://www.youtube.com/watch?v=i2S7BT5XGtw )

e inserirle in una vasca che abbia la stessa acqua di quella di provenienza, oppure, viceversa, allontanare i riproduttori dalla vasca in cui è avvenuta la deposizione (forse la scelta migliore dato che così facendo siamo sicuri di salvare tutte le uova deposte).

Corydoras pygmaeus di 48 ore di vita: iniziano a comparire i pallini neri

Queste foto ritraggono in una goccia d’acqua un piccolo Pygmaeus che inizia a mostrare la classica colorazione a pallini tipica dei cani dalmata del celeberrimo film Disney “La carica dei 101” . Spariranno nell’arco di qualche settimana lasciando il posto alla loro livrea argentata.

A 48 ore di vita si trasformano in cagnolini dalmata

Qui in tutta tranquillità, dopo 3 o 4 giorni sgusceranno dei piccoli esserini, palline baffute simili a girini, dalle immense pinne pettorali e con livrea da cane dalmata a pallini😊.

La percentuale di schiusa è abbastanza elevata e non c’è particolari necessità di aggiungere disinfettanti o batteriostatici all’acqua.

Dopo altri 3 giorni, avendo riassorbito l’enorme sacco vitellino, alla formidabile lunghezza di ben 4 mm i piccoli, dalla livrea pezzata, assumono come primo cibo naupli di artemia appena schiusi, sulle cui somministrazioni non si deve e non si può economizzare, pena la stentata crescita dei piccoli o la comparsa di patologie da debolezza fisiologica (protozoi).

A 72 ore pronti per la pappa
Baffoni e pinne pettorali giganti per nuotare meglio
Ora assomigliano proprio a Pongo e Peggy

I piccoli Pygmaeus crescono velocemente, e da una livrea a pallini neri nell’arco di un mesetto o poco più passano da uno screziato bianco/grigio alla livrea grigia con striscia nera classica degli adulti, sebbene non siano nemmeno la metà di essi: quasi 1 cm 😊

Un giovane Pigmy di circa 20 gg
A 3 settimane la livrea inizia a mutare

Sono pesci molto timidi ma se allevati con i dovuti accorgimenti anche molto longevi (ho avuto esemplari di oltre 4 anni); per il loro benessere sono necessarie vasche con molti nascondigli e coinquilini pacifici e di piccole dimensioni.

A 1 mese di vita e quasi 1 cm di lunghezza possono raggiungere i genitori
Pigmy Family: giovani con la mamma

Per la cronaca altre piccole specie dalle dimensioni ridotte sono Corydoras habrosus e Corydoras hastatus, oltre al rarissimo Aspidoras pauciradiatus, che sebbene appartenga ad un altro generer ha esigenze simili a tutti i Nano-Cory.

Ed ora cosa aspettate ad allevare questi piccoli gioiellini? 😊

Foto e Testo: © Maurizio Vendramini per Zio Pesce.blog – ogni riproduzione vietata

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