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Un bel maschio di Microrasbora Galaxy -Photo credit thefisheybusiness-co-uk

Microfish che passione: Microrasbora Galaxy (Celestichthys marginatus – Danio margaritatus).

Microfish, piccoli gioielli, con i colori dell’arcobaleno….. anzi del cielo stellato, visto che hanno una livrea nera puntinata di bianco e pinne color tramonto tropicale. Se solo fossero più grandi, ma anche più robusti, e vedremo in seguito in che senso, strapperebbero sicuramente ai Guppy la nomea di pesce più bello e popolare del mondo. Le Microrasbora Galaxy, Celestichtys marginatus, o Danio Margaritatus per gli esperti, si sono affacciate al mondo dell’acquariofilia una dozzina di anni fa, se non erro intorno al 2006, e sono poi entrate nel cuore degli appassionati di “Microfish”.

Le Galaxy assomigliano in piccolo al Salmonide Salmerino fontinalis-Photo credit go out to Eric Harvey of Virginia Trout Junkies.

La prima volta in cui mi sono imbattuto in questi simpaticissimi pesciolini, era l’inverno del 2008, non ho potuto fare a meno di acquistarne una decina di esemplari e lustrandomi le pupille con i loro magnifici colori mi è venuto naturale accostare la loro livrea a quella dei Salmerini (Salmerino fontinalis), Salmonidi di pregio sia sotto l’aspetto alieutico che culinario.

A destra e in basso esemplari femmina, a sinistra 2 maschi

Originario del Sud Est Asiatico, in particolare degli altipiani del Myanmar (ex Birmania), vive in piccoli specchi di acqua chiara e leggermente alcalina, poco profondi e ricchi di vegetazione ad un altitudine di circa 1000 metri; la temperatura è quindi relativamente fresca, intorno a 22-24°C, cosa che dovremo tenere in considerazione nell’allevamento: tollerano malamente le temperature estive delle nostre latitudini, e proprio in estate in genere subisco le maggiori perdite, in particolare gli esemplari più vecchi o i giovani poco robusti; in inverno possono essere tranquillamente tenute senza riscaldatore, con una temperatura minima che può tranquillamente scendere intorno ai 17/18C°: questo abbassamento permette inoltre di aumentarne la longevità (che difficilmente arriva ai 2 anni), sebbene per evitare di andare al di sotto dello stock minimo è conveniente riprodurli ad ogni primavera.

Un gruppo di Galaxy nella loro vasca di circa 40 L. Si intravvedono anche alcuni esemplari di Chela dadyburjori
 
 

Ma come è mia consuetudine non vorrei tediare i lettori con report numerici e notizie varie, peraltro abbondantemente reperibili sul web, bensì condividere la mia esperienza di allevamento e riproduzione di questa specie, che parrebbe minacciata di estinzione nei siti di provenienza!!

Uno dei miei maschi; fra la vegetazione, a lato si può scorgere un giovane di Barbus titteya

 

Tanto pubblicizzata e molto poco conosciuta.

Tanto si è accresciuta la sua fama in questi pochi anni, con annesse notizie, (vedere sui motori di ricerca per credere!), tanto queste notizie sono superficiali e incomplete. Sebbene sia stata riprodotta in cattività in più di un’occasione, difficile è trovare ad esempio i dati relativi all’evento: ad esempio vasca da riproduzione, valori biochimici, grandezza delle uova, tempo di schiusa, e tutte quelle informazioni che sono fondamentali per partire con il piede giusto nell’affascinante avventura di creare la vita nelle nostre vasche; unendo inoltre l’utile al dilettevole visto che si tratta, come anzidetto, di una specie minacciata di estinzione (fortunatamente essendo relativamente semplice, gli allevatori professionisti stanno dando un notevole contributo nel rispondere alla grande richiesta del mercato); sembra comunque che negli ultimi anni il prelievo in natura, grazie all’allevamento in cattività, sia diventato sostenibile. Ma, bando alle ciance e entriamo nel vivo del discorso.

2 bellissimi esemplari femmina piene di uova: segno di una gestione ottimale

 

Biologia e comportamento.

Per prima cosa occorre prestare grande, anzi grandissima attenzione al momento dell’acquisto: nel 99% dei casi avremo di fronte animali fortemente indeboliti, dettaglio che non può e non deve sfuggire dato che presenteranno il ventre più o meno incavato: segno evidente che la gestione degli animali in negozio risulta essere di non facile attuazione e per l’inevitabile affollamento delle vasche di vendita ma soprattutto per la mancanza di conoscenze delle esigenze ambientali basilari delle “Galaxy” (a me piace chiamarle ancora così) da parte degli addetti al settore. Per nostra fortuna sono Ciprinidi e se introdotti in un habitat adatto ben presto presenteranno nuovamente un ventre normale o addirittura tondeggiante qualora si tratti di femmine, segno evidente della presenza di uova. Il problema insorge se introdotti in condizioni non ottimali in vasche di comunità: le probabilità di perdere dei soggetti diventano elevate. Per garantire un ambiente idoneo alla vita di questi graziosi pesciolini dobbiamo sempre considerare che si tratta di creature che raggiungono solo un paio di cm di lunghezza. Ergo i coinquilini non devono essere aggressivi e possibilmente delle stesse dimensioni. Inoltre essendo molto timidi patiscono la presenza di pesci veloci o semplicemente più intraprendenti, cosa che si traduce in una insana competizione alimentare. Come se ciò non bastasse, benché Ciprinidi (genere sinonimo di specie gregarie), va aggiunto che i maschi hanno, seppur innocui, una aggressività intraspecifica elevatissima: del tutto indifferenti verso altre piccole creature, non tollerano conspecifici nelle vicinanze, eccezion fatta per le femmine in procinto di deporre.

Uno dei miei maschi anziani: porta sulla coda le  cicatrici di numerosi “diverbi” con i conspecifici

Inevitabili sono le scaramucce con i pesci remissivi che in ambienti ristretti o con pochi compagni inevitabilmente deperiscono; un numero cospicuo di soggetti consente di evitare che il solito pesce remissivo subisca le angherie del/dei pesci dominanti: un po’ come per i Ciclidi Africani. Quindi è da evitare un acquisto che contempli un numero inferiore ai 6/10 soggetti. Una fitta vegetazione è imprescindibile se si desidera avere animali sani e colorati.

Sotto un maschio e sopra  una femmina: i maschi hanno sempre i colori più accesi

In natura le Galaxy pare vivano in acque leggermente alcaline, anche se personalmente le allevo a pH intorno al 6.5; una durezza medio bassa è certamente apprezzata. Un ruolo chiave lo giuoca l’alimentazione: abbondante, variata e in aiuto, quando necessario, si possono utilizzare mangimi iperproteici come naupli di artemia (anche liofilizzati), larve o uova (di aragosta) surgelate o mangimi industriali per gli avannotti di trota, utilissimo come ricostituente.

Galaxy made in Italy: come si riproduce.

Era l’aprile 2009 quando per la prima volta tentai la riproduzione delle Galaxy acquistate nell’inverno del 2008. Dopo alcuni mesi di dieta all’ingrasso le femmine presentavano un bel ventre tondeggiante, e i maschi si erano incredibilmente irrobustiti, non avevano più il ventre incavato e presentavano, oltre a colori particolarmente vividi, anche una piccola “gobba” che successivamente ho appurato presentarsi nei maschi più “tosti”;  nella primavera del 2009 inserii i riproduttori (facilmente riconoscibili seguendo la descrizione di cui sopra) nella solita vaschetta da 5 L in cui hanno preso vita la maggior parte dei pesci che sono nati nelle mie vasche: una retina sul fondo per riparare le uova dagli adulti e un ciuffo di Muschio di Giava come substrato di deposizione costituivano l’arredamento della minuscola raccolta d’acqua.

Una Galaxy neonata: con delle piccole ventose aderisce a piante e vetri fino a che non ha riassorbito il sacco vitellino

Come da prassi per la riproduzione di piccoli pesci non era previsto alcun tipo di filtro.

In genere ho sempre utilizzato una coppia, ma se la vasca di riproduzione è almeno 10 L è possibile aggiungere diverse coppie al fine di avere un maggiore numero di uova; è opportuno inserire femmine gonfie di uova in procinto di deporre, con un rapporto maschio/femmina di 1 a 1; femmine non pronte o maschi dispari subirebbero un inutile stress dai maschi più attivi e dominanti: come detto le Galaxy sono piccole ma relativamente aggressive con in conspecifici.

Il 23 di aprile del 2009 (da fonti it.hobby.acquari…….. e altrimenti chi se lo ricordava😊

Avannotto di Galaxy a 24 ore di vita. Rispetto alla dimensione degli adulti e agli avannotti di altri Ciprinidi sono molto grandi
 

Terminato l’accoppiamento e rimossi i riproduttori, ottenni le prime uova, una quarantina circa, di cui solo una trentina portate alla schiusa dopo circa 72/90 ore; i valori di riferimento erano i seguenti: temperatura intorno ai 22°C, pH circa 7 e acqua tenera, 2 GH; da notare che dalla fine del secondo giorno di incubazione è possibile intravvedere i piccoli occhi dei nascituri attraverso le uova, proprio come in altri Ciprinidi di maggiori dimensioni (Carpe e Carassi).

 

Una Galaxy a 48 ore di vita
 

Il comportamento riproduttivo, giochi amorosi, corteggiamento e accoppiamento ricorda molto quello di Tanichthys albonubes.

Non sono pesci prolifici perché a dispetto delle dimensioni dei riproduttori le uova appaiono piuttosto grandi (superano abbondantemente il millimetro di diametro e secondo me arrivano a 2 mm), più simili quindi a quelle di un Pesce Rosso, che a quelle di Neon o di Tanichthys ).

 

Avannotto di circa un mese

Osservazione: in vasche fittamente piantumate e prive di predatori è frequente osservare avannotti di Galxy che però non riescono ad accrescersi, sebbene sia mia convinzione che in vasche sufficientemente grandi, monospecifiche e con moltissime piante possano in effetti sopravvivere e svilupparsi; non credo gli adulti si nutrano avidamente delle proprie uova: in proporzione sono molto grandi e da un’osservazione sommaria non penso passino facilmente dalla loro piccola bocca.

Avannotto di un mese
 
 

Ma torniamo alle mie Galaxy 😊

A 22°C dopo circa 3/4 giorni di incubazione (deposizione in serata del 22/4/09, schiusa nella mattinata del 25/4/09), come  precedentemente sottolineato, mi ritrovavo una trentina di piccole Galaxy, enormi (4mm) con un piccolo sacco vitellino e con occhietti già sviluppati: la copia in grigio scuro dei pesci rossi neonati.

Avannotto di circa un mese e mezzo

Non avendo esperienza, alla prima deposizione non mi ero accorto di loro poiché, abituato agli avannotti di altri piccoli Ciprinidi come Tanichthys o Brachidanio, cercavo piccole schegge trasparenti quando invece sono esserini scuri, muniti di piccoli occhi e un sacco vitellino non molto sviluppato: ho pensato addirittura ad un fallimento totale; invece smuovendo la vegetazione sono sbucati fuori😊

Al 3° giorno di vita iniziano a nuotare e a nutrirsi: per i primi 7/10 giorni occorre somministrare infusori o rotiferi (o protozoi ciliati come Parameci), si può poi passare ai naupli di artemia appena schiusi. E qui la parte più difficile è conclusa. Ancora un paio di settimane di artemia e poi si possono iniziare a svezzare con cibo fine surgelato e secco. Il consiglio ovvio data la biologia di questi pesci è di non inserire con gli adulti giovani che non siano perfettamente svezzati; come sottolineato nelle righe precedenti le Galaxy sono sensibili alla malnutrizione e un giovane con deficit nutritivi di qualsivoglia genere subirà inevitabilmente la competizione alimentare degli adulti e se non avrà acquisito la capacità di nutrirsi senza problema dei mangimi che vengono somministrati anche agli adulti, avrà poche chances di svilupparsi e di crescere.

Gli avannotti ad un mese sono di colore grigio, lunghi poco meno di 1 cm e possono essere trasferiti con gli adulti. Ancora un mesetto e comincerà a comparire la colorazione che contraddistingue la specie e che l’ha fatta apprezzare a tantissimi appassionati.

Padre e figlio

Ma esiste anche un altro modo di riprodurre questi magnifici ospiti in maniere molto più semplice e continuativo.

In pratica si può tenere un ciuffo di muschio in vasca di comunità e se non abbiamo Crydoras e Barbus o altri pesci ghiotti di uova; ogni 7/15 giorni (la frequenza dipende anche da quante femmine abbiamo a disposizione) possiamo semplicemente trasferire il muschio in un’altra vaschetta e li attendere la schiusa. Semplice no? Visto che le uova sono adesive non si sganciano facilmente dalla foglia o dal filamento di muschio a cui sono attaccate. Così possiamo avere una produzione continua di piccoli, poiché le Galaxy se nutrite bene e in ambiente consono, depongono in corrispondenza dei cambi d’acqua.

Spero con queste poche righe di aver dato un riferimento a tutti gli appassionati di Microfish, poiché in commercio sovente troviamo esemplari in condizioni di salute non ottimali e dal prezzo a volte sproporzionato rispetto ad altri pescetti simili: la causa è da ricercarsi nelle peculiarità etologiche e alla bassa prolificità della specie (una femmina di neon fa come minimo un centinaio di uova, una di Galaxy al massimo una quarantina, normalmente non più di 20!).

Buon divertimento con le piccole Galassie 😊

© Foto Maurizio Vendramini – Zio Pesce Blog –  le foto non di proprietà dell’autore presentano la fonte originale.

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Diego Ascione

    Complimenti finalmente qualcuno spiega come gestire gli avannotti di questi splendidi pesciotti

  2. Andrea Giongo

    Grazie per avermi indicato l’articolo che non conoscevo e che non avevo trovato nel blog…adesso posso dedicarmi all’allevamento del Margaritatus con un buon bagaglio tecnico alla base.

    1. Maurizio Vendramini

      Chiedo scusa per il ritardo nella risposta.

      Allora in bocca al lupo e tienimi aggiornato se ci sono piccoli😉

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