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Nella foto una femmina di 2 anni. Nel riquadro piccoli di 4 gg.

Riprodurre Paracheirodon axelrodi: il mitico Cardinale.

Cardinali made in Italy

Non esiste appassionato al mondo che non conosca l’iridescenza dei meravigliosi colori di questi stupendi pesci diffusi in Sudamerica nel bacino dell’Orinoco e del Rio Negro; che farebbe presuppore ad un tipico abitante delle acque scure tropicali.

Dalle ultime ricerche però, sembra che popoli anche i ruscelli di acque chiare del Brasile del Nord, sempre all’ombra di cespugli o a ridosso di ostacoli sommersi. Inoltre ne è stata individuata una popolazione intorno a Manaus, città dove sorgono i maggiori centri di smistamento di pesci tropicali al mondo; probabilmente i progenitori di questi pesci fuggirono dalle vasche di stabulazione e si adattarono a vivere in quelle acque.

I Cardinali vivono in natura in condizioni estreme, dove spesso le pozze che popolano si prosciugano totalmente, ma la loro prolificità è tale, che nonostante le perdite accusate in natura e quelle dovute al prelievo a scopo acquariofilo la loro popolazione globale non sembra essere minimamente intaccata.

Sopra un Cardinale (maschio): ha il ventre tutto rosso. Sotto un Neon (femmina): ha il ventre metà bianco

Negli ultimi anni anzi c’è da osservare un incremento del loro allevamento in cattività per soddisfare le esigenze sul mercato, che produce non di rado forme particolari come quelle albine, che in Natura non riuscirebbero a sopravvivere.

Gli esemplari albini come questo testimoniano il loro allevamento in cattività

Ma torniamo ai nostri bellissimi gioiellini; i valori biochimici delle acque di origine sono abbastanza difficili da tenere in acquario e a dire il vero anche pericolosi: si parla infatti di un pH intorno al 5 e GH praticamente zero, con conduttività inferiore ai 10 microsiemens!!!

In acquario per fortuna tollerano, una volta adattati, valori di acqua mediamente dura e lievemente alcalina, sebbene pH acido e durezza bassa siano da preferire; fortunatamente la maggior parte degli esemplari in commercio provengono da allevamenti e in virtù di questo fatto si adattano meglio ad un range di valori più ampio.

Gli esemplari adulti raggiungono nell’arco di 18 mesi i 5 cm che le femmine non di rado superano; rispetto i cugini innesi hanno quindi dimensioni maggiori e anche la longevità non ha niente a che invidiare alle altre specie di Caracidi: non è raro imbattersi in soggetti di 3,4 o più anni.

Possono essere nutriti con ogni tipo di mangime commerciale, sebbene sia preferibile per avere pesci robusti e longevi fornire un’alimentazione ricca e variata che comprenda cibo vivo o congelato come artemie a chironomus.

La temperatura dovrebbe aggirarsi sui 24/25°C, e sarebbe meglio non scendere al di sotto dei 20/22°C in inverno.

I Cardinali non disdegnano sostare in gruppo a ridosso di piante o tronchi sommersi

Le osservazioni in Natura di Ivan Mikolji

Come in tutti i Tropici anche nelle zone di origine dei nostri cardinali c’è una stagione delle piogge e una stagione secca, che influenza in maniera evidente il loro modo di vivere e che ci mostra anche il loro comportamento “statico” a testimonianza del fatto di non essere grandi nuotatori.

Nella stagione secca, in genere a partire tra ottobre e novembre, la portata e il livello dei corsi d’acqua in cui vivono i Cardinali raggiungono valori minimi, con poco meno di un metro di profondità media e alcuni metri in larghezza. I Paracheirodon axelrodi in questo periodo si mantengono lungo l’asta principale, in cui l’acqua ha una scarsa corrente data la portata ridotta, rimanendo quasi apatici sul fondale ricoperto di rami e di fogliame, spostandosi poco e senza formare gruppi numerosi.

Durante la stagione delle piogge, al contrario, i corsi d’acqua si ingrossano a causa delle abbondanti piogge, la corrente via via diventa più forte e i fiumi allagano la foresta circostante.
La potenza della corrente ripulisce il fondale dal sedimento, dai rami e dalle foglie accumulate nel periodo di carenza idrica, lasciando come substrato esclusivamente solo sabbia silicea: ecco perchè anche per loro la sabbia fine può essere meglio del classico ghiaietto……… un vago ricordo dell’Amazzonia (per l’allestimento vedi Sistema Sabbia)… https://ziopesce.blog/sistema-sabbia-new-age-aquarium/

A questo punto della stagione anche il loro comportamento cambia e cominciano nuovamente a spostarsi in banco alla ricerca di cibo fra i meandri della foresta allagata, fra radici, rami e piante sommersi, nuotando adiacenti le rive dove sono sicuri di trovare anche facili ripari dai predatori: difficilmente li vedremo in spazi aperti poichè più vulnerabili. E’ anche il periodo in cui presumibilmente si riproducono: acqua nuova e fresca nonché abbondanza di cibo sono stimolo alla riproduzione per la maggior parte delle specie ittiche (è facile notarlo anche qui da noi quando in primavera le piogge gonfiano i corsi d’acqua e il tepore del sole risveglia tutte le creature: il periodo prediletto per le specie nostrane per dare vita ad una nuova generazione).
I Cardinali si muovono a fisarmonica attraverso la vegetazione subacquaea, fermandosi di tanto in tanto per alcuni secondi allorquando reperiscono del nutrimento: il classico comportamento di molti pesci di banco, come ad esempio i Cefali quando indugiano su un masso oppure anche le Alborelle quando salgono in superficie a bollare piccoli insetti: stazionano per alcuni secondi in un’area per poi riprendere a nuotare compatti.
Mikolji inoltre osserva che durante la stagione piovosa in pieno giorno i Cardinali si spostano in piccoli gruppi di 10/20 esemplari, per radunarsi la sera in sciami di una cinquantina o più individui. Anche in questo caso ricordano molto i nostri pesci di gruppo, come i piccoli Ciprinidi, che la sera cercano protezione gli uni negli altri.

Pertanto da queste osservazioni se ne deduce che si tratti di un pesce certamente gregario ma che non sempre forma sciami fitti come sardine e non compie grandi migrazioni annuali.

Acquari fittamente piantumate e acqua tenera e acida garantiscono il loro benessere: nella foto una vasca con KH 2 e pH 6,2

Il sogno di molti: Cardinali Made in Italy!

Era il maggio 2001 quando……..

Ed ora veniamo a descrivere ciò che per molti acquariofili risulta essere un sogno e cioè la riproduzione dei Cardinali.

In effetti ottenere la deposizione non è cosa semplice, dato che i pesci devono essere ambientati alla perfezione: pesci intimoriti o appena arrivati non deporranno mai!

Come vaschetta da riproduzione è consigliabile un acquario di almeno 10 L (meglio se più grande) con una reticella sul fondo e un ciuffo di piante a foglie fini: ottimo il Muschio di Giava. In pratica si segue lo schema di allestimento come per altri piccoli Ciprinidi e Caracidi. 

Nella foto in alto a sinistra il maschio, in basso a destra la femmina

A seconda che i pesci siano appena acquistati o che già vivano da alcune settimane nella vasca di comunità, si può procedere come segue: si possono inserire alcuni pesci ( 2 coppie, ricordandosi che i maschi si riconoscono dalle femmine per il fatto che sono leggermente più piccoli e dal ventre lineare, mentre nelle femmine è tondeggiante ) direttamente in vasca da riproduzione, in normale acqua di allevamento; il nutrimento deve essere ricco e possibilmente costituito da cibo surgelato o meglio ancora vivo: artemie, chironomus, larve nere, ecc……

Dopo di che si cerca di imitare il periodo delle piogge (in natura si riproducono proprio in concomitanza di questo periodo) con cambi parziali quotidiani del 30/50 % mediante acqua ad osmosi per portare la durezza compresa tra i 20 e i 50 microsiemens; nel contempo si filtra con torba per portare il pH, lentamente ma costantemente, almeno intorno a 6, meglio se più basso, (gli allevatori cecoslovacchi parlano addirittura di valori inferiori a 5) ma già con questi valori i Cardinali possono deporre. La temperatura dovrebbe essere compresa tra i 24°C e i 26°C.

La deposizione avviene generalmente di notte o, credo, nelle primissime ore del mattino. Personalmente devo dire di non aver mai assistito all’atto riproduttivo, ritrovandomi le uova la mattina.

In un’altra situazione ho effettuato un’operazione più “rustica”: approntata la vaschetta da riproduzione come in precedenza e con i medesimi valori, non ho fatto altro che inserirvi una coppia prelevata dalla vasca di allevamento; ebbene già la mattina seguente avevo a disposizione un centinaio di uova, di cui solo un 40 % ha dato origine, dopo 24 ore, alle larve. Da notare che la vasca, sebbene in ombra durante il giorno, non è mai stata oscurata completamente come si legge in bibliografia. Purtroppo, probabilmente a causa dei valori biochimici non ideali (sono convinto che con pH 5 avrei avuto una resa migliore) ho avuto una schiusa pessima e addirittura, fra i piccoli ho osservato diverse malformazioni, probabilmente dovuti più a fattori genetici che biochimici. Della quarantina di uova schiuse, quindi, mi sono ritrovato dopo l’assorbimento del sacco vitellino (4 gg) altrettanti piccoli Cardinali, trasparenti e timidissimi.

Piccoli Cardinali a 4 giorni dalla schiusa: ora sono pronti per il decollo e per mangiare naupli di artemia
A questa grandezza pensano più a nascondersi che a mangiare

Purtroppo non avevo approntato una cultura di infusori, fortunatamente però in acqua vi era una discreta quantità di naupli di Cyclops. Ma c’era un altro particolare che mi avrebbe dato una buona tranquillità sulla possibilità di nutrire adeguatamente gli avannotti: sebbene degli allevatori dicano che riprodurre Neon e Cardinali sia la stessa cosa (secondo me invece sono diversissime le modalità di preparazione alla deposizione dei pesci: più difficili i Cardinali, ovviamente; i Neon invece depongono più facilmente) c’è un altro piccolo particolare che questi allevatori, volontariamente o non volontariamente, hanno dimenticato: essendo gli avannotti di Cardinale, una volta pronti a nuotare a occhio e croce ½  mm più lunghi rispetto ai cugini Neon, possiamo fornire loro come primo cibo dei succulenti naupli di artemia appena schiusi, facilitandoci enormemente il loro allevamento.

Un giovane cardinale di circa 15 gg. Rispetto ai Neon crescono più veloci e hanno corporatura più robusta
A 20 giorni sono abbastanza intraprendenti, ma rimangono sempre a ridosso degli ostacoli

Certo, ho avuto una pessima schiusa, ci sono ancora molte cose da verificare, ma questa prima trentina di Cardinali “Made in Italy” mi aiuteranno sicuramente a definire un protocollo sufficientemente preciso per ottenere anche una schiusa soddisfacente a livello numerico. Spero che con queste poche informazioni anche altri appassionati riescano nell’intento di riprodurre il Re dei Caracidi d’acquario, con l’augurio che qualcuno riesca a scoprire un buon sistema per avere molti piccoli.

Io per ora mi accontento dei miei 30; prossimamente non mancherò di fornire altre informazioni, con la speranza di essere più fortunato nelle prossime riproduzioni.

Per quanto riguarda le cure da dedicare agli avannotti, comportamento, accrescimento, cambi, ecc…. possiamo tenere in considerazione quanto già espresso sul Neon, con la fortuna che, come sottolineato in precedenza, i Cardinali si nutrono da subito di naupli di artemia appena schiusi.

Invito il lettore che ha avuto la pazienza e l’interesse di seguirmi fino a qui di dare un occhiata al bellissimo video fatto in collaborazione con l’amico Konrad Wasik su allevamento e riproduzione di Paracheirodon axelrodi:

https://www.youtube.com/watch?v=nHECHo5Xps8&t=58s

Un Cardinale di circa un mese: misura 1 cm circa e i colori iniziano a definirsi
Passano i giorni e i colori si intensificano.
A circa 40 gg la fascia azzurra è definita; manca solo una pennellata di rosso sul pancino

NOTA: navigando sul web mi sono imbattuto in svariati siti in cui viene indicata la misura minima di una vasca di allevamento per Cardinali di almeno 1 m in quanto grandi nuotatori; evidentemente queste persone non hanno mai allevato seriamente e per lungo tempo Paracheirodon axelrodi: come per il cugino Neon, anche i Cardinali in Acquario non vivono in BANCO bensì in GRUPPO, ritagliandosi piccoli spazi adiacenti ai consimili per poi ricostituire il Banco alle prime avvisaglie di pericolo; comportamento totalmente differente, ad esempio, da Hemigrammus bleheri il quale si muove sempre e comunque in fitti sciami coordinati, anche in acquario e per i quali è consigliabile una vasca sufficientemente grande (almeno 80 L sviluppata in lunghezza) proprio per esaltare questa loro caratteristica che la maggior parte dei pesci di branco tende a perdere in cattività.

Ciò non significa certo allevare un singolo Cardinale o una coppia: per il loro benessere è consigliabile tenere piccoli gruppi di almeno 6/8 esemplari in acquari ben piantumati e con acqua pulita dai 50 L in su.

Come accennato i Cardinali non sono grandi nuotatori come evidenziato anche dalle osservazioni effettuate in Natura dal famoso fotografo e naturalista Ivan Mikolij, di cui invito ad apprezzare le testimonianze al seguente link You Tube:

https://www.youtube.com/watch?v=HzKa7d-Ha7Q

Un cardinale intorno ai 50 gg: bellissimi così piccini
I cuginetti: a sinistra Cardinale. A destra Neon, più vecchio di 1 settimana
In uno scatto del 2002 la casa di destinazione dei miei Cardinali made in Italy

Bibliografia: http://www.tfhmagazine.com/freshwater/feature-articles/cardinal-tetras-in-their-natural-habitat.htm

Foto e Testo: © Maurizio Vendramini per Zio Pesce.blog – ogni riproduzione vietata

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